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Maria Teresa Mistri Parente > Ferrara > Fatti, miracoli e leggende di Ferrara antica > Prefazione | |||||
Il
fascino di Ferrara antica raccontato da un'innamorata della sua città |
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Prefazione di Grazia
Giordani
Sono tessere musive tagliate su misura di lettori di qualsiasi età i mini-saggi e i bozzetti usciti dalla penna di Maria Teresa Mistri Parente, atti a formare un variegato mosaico di storia reale e metafisica, affascinante testimonianza del laborioso impegno di una ricercatrice innamorata della sua città. Fatti, miracoli e leggende di Ferrara antica non è certo frutto di un lavoro estemporaneo ed affrettato, poiché fin dalle prime righe di lettura mette in luce la cura posta dall autrice nellaver compulsato una vasta documentazione per la scrittura del testo che, nulla perde del suo rigore storico, così espresso in lingua piana e vaporosa, proprio perché rivolto anche ad un pubblico di allievi giovanissimi. Lautrice aveva posto mano allopera fin dagli anni del suo insegnamento attivo, coinvolgendo gli scolari in un lavoro creativo ed intelligente che li avrebbe avviati ad una maggior conoscenza di storia e leggenda della loro città. Chi sta scrivendo per voi questa prefazione ha ricordi vivissimi del lavoro in fieri di Maria Teresa Mistri, essendo stata una delle prime attente lettrici della tragica storia di Ugo e Parisina (Parisina "perse" la testa per Ugo) o delle vicende umane e canore della figlia adottiva di Leopoldo Aguiari (La Bastardina), incantata non solo dai «Fatti» in sé, ma anche dalla grazia descrittiva di quegli incipit pieni di poesia, percorsi dal «profumo di giardini nascosti» o dal fascino languido di nebbie e foschie: riusciti tocchi espressivi, capaci di mettere in sintonia le stagioni esterne con quelle del cuore dei personaggi descritti. Nellesporci nero su bianco i «Miracoli» lautrice mantiene una levitas espressiva dolce e riverente ad un tempo, adeguata agli argomenti esposti, e noi troviamo particolarmente toccante Il sospetto di Taino, scritto con penna intinta in umanissima tenerezza. Le «Leggende» esprimono la magia colorata di una favola e fanno viaggiare il lettore dentro un mondo gradevolmente surreale dove tutto è possibile, persino il fatto che un duca razionale ed illuminato in quanto ad invenzioni urbanistiche, come Ercole I dEste (vedasi la sua avveniristica «Addizione Erculea»), avesse fatto nascondere il suo diamante più prezioso sotto una formella dello splendido Palazzo dei Diamanti. Dopo la serietà dei fatti rigorosamente documentati preziosa radice della storia ferrarese -, e la misticità dei miracoli, non avrebbe potuto esservi chiusura maggiormente piacevole di quella di leggende che fanno prevalere lonirico sul reale, regalandoci un salvifico sogno. |
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